Iperinflazione nello Zimbabwe

Alcuni assegni al portatore stampati dalla Reserve Bank of Zimbabwe tra il luglio 2007 e il luglio 2008 (oggi scaduti) che riflettono il tasso di iperinflazione nello Zimbabwe.

L'iperinflazione nello Zimbabwe persevera dai primi anni 2000, poco dopo la confisca dei terreni agricoli posseduti dai bianchi e il ripudio dei debiti nei confronti del Fondo Monetario Internazionale. Dati del 14 novembre 2008 stimano il tasso d'inflazione annuo dello Zimbabwe pari a 89 700 miliardi di miliardi (89,7×1021) di punti percentuali[1].

Per cercare di stabilizzare l'economia, nell'aprile 2009 il governo ha smesso di stampare dollari zimbabwiani adottando come valute di riferimento il rand sudafricano e il dollaro statunitense[2].

Nel giugno 2019, il governo ha annunciato la reintroduzione dei dollari zimbabwiani e la contemporanea cessazione dal corso legale di valuta straniera. L'inflazione, a luglio 2019, si è incrementata ulteriormente del 175% per via del ritorno ad una politica monetaria eccessivamente espansiva rispetto alle capacità produttive (di beni tangibili) dello Zimbabwe.

  1. ^ (EN) Steve H. Hanke, New Hyperinflation Index (HHIZ) Puts Zimbabwe Inflation at 89.7 sextillion percent, su cato.org, The Cato Institute, 17 novembre 2008. URL consultato il 9 marzo 2009.
  2. ^ (EN) Nasreen Seria, Zimbabwean Dollar Won’t Be Reintroduced for a Year [collegamento interrotto], su bloomberg.com, Bloomberg, 20 aprile 2009. URL consultato il 20 agosto 2009.

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